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Le rockstar che hanno visto… attraverso lo specchio

di Francesco Prisco

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2 marzo 2010

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Tom Waits
Un poeta della canzone che omaggia uno trai i più grandi scrittori inglesi. Potremmo definire così il progetto che nel 2002 il crepuscolare Tom Waits ha dedicato a Lewis Carroll. Il titolo è «Alice» ma, più che sulla storia in sé, lo sguardo di Waits si sofferma però sulla storia che sta dietro alla storia: il Nostro appare attratto infatti dall'amore proibito tra Carroll e la giovanissima Alice Liddel che starebbe dietro al celebre romanzo. E non potrebbe essere altrimenti, perché Waits riesce sempre a guardare negli angoli più oscuri dell'animo umano. Sofferente.

Alice in ChainsAlice in Chains

Tra i primi a essere ascritti al genere grunge rock, gli Alice in Chains da una parafrasi del titolo del capolavoro di Carroll hanno addirittura preso nome. Tradotto alla lettera, Alice in Chains sta infatti per «Alice in Catene», quasi come se l'eroina del matematico e scrittore inglese fosse stata ridotta in cattività per impedire che tornasse a perdersi nel Paese delle Meraviglie. E non a caso il poster del tour 2006 della band di Seattle ritrarrà una tristissima Alice incatenata alla coda di Stregatto. Questa è la loro versione dei fatti. Niente scuse. «No excuses».

KornKorn

Vi piace il Nu Metal? A prescindere da quella che potrà essere la vostra risposta, impossibile ignorare la fedeltà con cui i Korn, band californiana tra le più rappresentative del metallo pesante del terzo millennio, hanno trattato il materiale di Lewis Carroll. Due loro album, «Take a look in the mirror» del 2003 e «See you on the other side», sono pieni di riferimenti (dal titolo alla copertina) alle avventure della piccola eroina carrolliana. Atmosfere cupe che hanno contribuito al successo di brani come «Twisted Transistor».

Robbie WilliamsRobbie Williams

A molti potrà risultare poco simpatico in virtù di trascorsi musicali non proprio eccelsi risalenti ai primi anni Novanta, eppure Robbie Williams è un ragazzo sveglio, musicalmente smaliziato e autoironico al punto giusto. Lo ha dimostrato in più di un'occasione. Tanto per cominciare è l'unico ex Take That a essere sopravvissuto ai Take That. E poi, in più di dieci anni di carriera solista, ha infilato brani pieni di citazioni musicali abbinati a videoclip tutt'altro che scontanti. Tra questi ultimi vale la pena di annoverare «You know me» dall'album «Reality killed the video star» (2009): qui l'ex idolo delle teenager britanniche fissa sé stesso attraverso lo specchio di un camerino e si ritrova nei panni di Bianconiglio. Un divertissement molto pop e a suo modo geniale.

2 marzo 2010
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